American Sniper, siamo pecore, lupi o cani pastore

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id.Genere: biografico/drammatico – Regia: Clint Eastwood – Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner, Jake McDorman – Durata: 134 minuti – Anno: 2014

american sniperRepubblicano per vocazione, patriota per spirito e visione della storia, Clint Eastwood non poteva che trovare pane per i suoi denti con la storia del cecchino più letale dell’esercito degli Stati Uniti. E senza cercare di nasconderlo troppo, American Sniper è un chiarissimo film di propaganda .
Quando da ragazzino, Chris Kyle difese il fratello da un bullo, il padre gli insegnò che al mondo esistono tre categorie di persone: le pecore, i lupi e i cani pastore. E il suo atteggiamento era stato quello di un cane pastore, cioè quello di difendere una debole pecora da un nemico feroce, una bestia (epiteti che ritornano spesso nel film) come il lupo. Una lezione questa, che Kyle si porta dietro fino a quando non decide di entrare a far parte dell’esercito, con l’intenzione di servire la propria patria come un eroe.

Clint Eastwood, alla veneranda età di 84 anni, mantiene ancora uno sguardo lucidissimo sulla storia che vuole raccontare e il modo in cui lo fa è talmente efficace che nonostante il tono scelto, ci si scopre a provare empatia con il protagonista, un collaudato Bradley Cooper ingigantito fisicamente per assomigliare al vero Chris Kyle.
Perchè se è vero che American Sniper trasuda patriottismo da ogni scena, lo sguardo di Eastwood pone sotto i riflettori il tipico tema del film di guerra, cioè l’influenza dell’esperienza bellica nella quotidianità di un soldato. Così assumono molta più importanza le scene in cui Chris Kyle non è sul campo di battaglia quando è a casa tra un “turno” e l’altro, oppure quando è al telefono con la moglie, oppure ancora quando sta viaggiando per tornare a casa, nel momento in cui quello che si sta lasciando alle spalle assume la forma di un mare di sangue sparso inutilmente(?).

Clint Eastwood ritrae quindi il lato umano del suo protagonista ed esegue una messa in scena magistrale, come c’era da aspettarsi d’altronde. Perciò è un peccato vedere la scena madre del film buttata completamente alle ortiche con una serie di scelte che definire pacchiane sarebbe quasi un complimento. A parte lo spirito repubblicano palese che può intaccare o meno il giudizio sul film, però quando si parla di buon cinema non c’è ideologia che regga, l’unica vera grande sbavatura, la caduta di stile inspiegabile per un maestro di questa risma, sta qui.

Per il resto American Sniper è un film solidissimo, anche se non classificabile tra i migliori del regista californiano. La domanda che però sorge spontanea, alla luce dei fatti è: che film sarebbe stato se l’avesse girato Steven Spielberg, considerando che inizialmente il progetto era stato proposto a lui?

★★★½

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Pubblicato da Giuseppe T. Chiaramonte

Nato a Catanzaro nel 1988, vive nella provincia di Milano da sempre. Appassionato di cinema fin da piccolo capisce che vuole farne la sua vita quando vede La compagnia dell'anello. Nonostante l'imprinting col genere blockbuster, che rimane nel cuore, la conoscenza del cinema d'autore arriva qualche anno dopo grazie agli studi e ora tra i suoi registi preferiti si contano nomi come Billy Wilder, Orson Welles, Alfred Hitchcock, Martin Scorsese, David Fincher e Christopher Nolan. Ma siccome nella vita è un montatore video, la vera fonte di ispirazione arriva dalla leggendaria Thelma Shoonmaker, dal maestro Walter Murch e Kirk Baxter.