Birdman – Or the unexpected virtue of ignorance – Regia: Alejandro Gonzales Iñárritu – Genere: drammatico/commedia nera – Cast: Michael Keaton, Emma Stone, Naomi Watts, Edward Norton, Zach Galifianakis, Andrea Riseborough, Amy Ryan – Durata: 119 minuti – Anno: 2014
C’è un cinema che grida a gran voce, arriva dal Messico e quest’anno ha il volto di Alejandro González Iñárritu. Se nel 2013 il Festival di Venezia era partito con i piani sequenza di Alfonso Cuarón e del suo Gravity, quest’anno è toccato a Birdman aprire le danze, e ha fatto un gran casino.
Seguendo, letteralmente, il protagonista per quasi l’intera durata del film, la vicenda della compagnia teatrale di Riggan Thomson prende vita davanti agli occhi sbalorditi dello spettatore senza soluzione di continuità.
Thomson, un Michael Keaton in grandissima forma, è un ex divo del cinema, protagonista di una saga supereroistica terminata vent’anni prima e ora cerca un riscatto più “artistico” attraverso la messa in scena di un testo di Raymond Carver: Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?.
Proprio il testo di Carver è il motore dal quale si muove tutto. Riggan è un uomo disperato alla ricerca di amore e di affetto sincero, ma sembra non essere in grado di vederlo quando c’è e non è in grado di dimostrarlo nemmeno alle persone più care, anzi, ormai confonde l’amore con l’apprezzamento.
Tutta la vicenda ruota quindi attorno a questa tematica con una grande coerenza: a partire dai titoli di testa dove appare la parola “amor”, fino all’ultimo fotogramma. Attraverso i virtuosismi della regia, conosciamo poi tutti gli attori in gioco: una ritrovata Naomi Watts nei panni di un’attrice scontenta di sè stessa nonostante il successo, un’ottima Emma Stone ex tossica e figlia del protagonista scontenta del rapporto col padre, un folgorante Edward Norton nei panni di un eccentrico attore che recita nella vita e vive realmente sul palcoscenico, un misuratissimo Zach Galifianakis, il produttore dello spettacolo pronto a tutto pur di ottenere un buon prodotto e tanti altri.
Birdman è un film densissimo che dribbla abilmente tra il dramma esistenziale, la commedia, il grottesco e il visionario, grazie ad un ritmo martellante e una performance collettiva davvero eccellente. Un grande assolo di batteria di due ore dove gli attori camminano davanti alla macchina da presa guidandoci dai corridoi del teatro fino al palcoscenico, per strada fino a uno squallido bar, infine nel camerino di Riggan che altro non è se non la rappresentazione fisica della personalità tormentata del protagonista.
★★★★★