Birdman, il mondo patinato dello Star System secondo Iñárritu

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Genere: Commedia Regia: Alejandro González Iñárritu Cast: Michael Keaton, Edward Norton, Zach Galifianakis, Emma Stone, Naomi Watts Durata: 119 min. Anno: 2014

birdmanMichael Keaton è Riggan Thomson, celebrità che anni fa aveva raggiunto il massimo della popolarità nel ruolo di Birdman, supereroe mascherato in grado di volare. Ma la fama ricevuta a quei tempi non è sufficiente, Riggan ora vuole dimostrare a sé stesso e agli altri di essere anche un ottimo attore. Decide allora di cimentarsi nell’adattamento del racconto di Raymond Carver Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, e dirigerlo e interpretarlo in uno storico teatro di Broadway. Nella lavorazione saranno coinvolti la figlia ribelle Sam, disintossicatasi da poco, il produttore nonché suo migliore amico Jake, l’amante, un’attrice il cui sogno da bambina era recitare a Broadway e un attore molto dotato ma con un brutto carattere.

Il messicano Iñárritu, dopo la profonda riflessione sul dolore di Biutiful, si tuffa a capo fitto nella commedia dalle tinte nere e grottesche, un genere che mai aveva affrontato prima, ma, nonostante ciò, dimostra di trovarsi molto a suo agio. Birdman (o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza), nostalgica e malinconica analisi del mondo patinato delle stelle del cinema, è costituito quasi interamente da un unico piano sequenza che ci porta dietro le bizzarre quinte dello Show Business. Un mondo falso e spietato, popolato da personaggi senza scrupoli, privi di ritegno, nevrotici, tossici, pervertiti e ridicoli. Un luogo dove conta solo l’apparenza, domina l’estetica e i sentimenti vengono ripudiati, nascosti, celati da una maschera fittizia che tutti indossano con consapevolezza o ignoranza. Ed è proprio l’ignoranza umana l’elemento chiave del film, che dimostra quanto questa “virtù” sia congenita e radicata nel mondo in cui oggi viviamo. L’universo di Riggan Thomson e del suo alterego Birdman esalta gli eroi ma non gli uomini che fanno l’eroe e tutti sembrano non voler null’altro se non cambiare sé stessi, migliorarsi, sfidarsi continuamente e dimostrare il proprio (presunto) valore. Viene da domandarsi se valga la pena vivere e continuare a sperare, a sognare, a combattere, se non si viene bramati, ammirati da qualcuno, anche se questo qualcuno sono dei perfetti sconosciuti.
La pellicola è retta da un grandissimo e autoironico Michael Keaton, che proprio come il personaggio di Riggan Thomson sembra risorgere dalle proprie ceneri, e non si sente in imbarazzo a schernire sé stesso (anche lui aveva raggiunto l’apice del successo interpretando il Batman di Tim Burton per poi finire nel dimenticatoio). Senza trascurare l’irriverenza di Edward Norton, in uno dei ruoli più riusciti della sua carriera.
Questo film fa venire in mente lo scrittore Bret Easton Ellis, sublime narratore del mondo marcio e in declino fatto di star e starlette, produttori assetati di denaro e alienazione. Ma anche Robert Altman, che si è occupato spesso di queste tematiche, per esempio ne I protagonisti o in Radio America, dove la “vita del backstage” è descritta in maniera molto convincente.

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Birdman è una pellicola che ci delizia con le sue splendide immagini, ci cattura con la sua storia scorrevole, ma allo stesso tempo autoriale, in cui Iñárritu ci parla di una realtà ormai divenuta finta e decadente, dove contano più i followers su Twitter o le visualizzazioni di un video su YouTube che la sostanza. Il tutto attraverso lo sguardo tormentato di un superbo Michael Keaton, star dimenticata, fallita e complessata, che si fa testimone di un’umanità alla deriva.
Il film è candidato a nove Oscar, fra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e uscirà nelle nostre sale il 5 febbraio 2015.

★★★★

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