Whiplash, passione e sacrificio a ritmo di jazz

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(id.) Genere: Drammatico Regia: Damien Chazelle Cast: Miles Teller, J. K. Simmons, Melissa Benoist, Austin Stowell, Paul Reiser, Jayson Blair Durata: 105 min. Anno: 2014

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Rivoli di sudore solcano copiosi la sua fronte, e le mani gli dolgono a dismisura mentre percuote con impeto la batteria; spesso si esercita fino allo sfinimento, incurante delle perdite di sangue dalle dita. Andrew Neyman (Miles Teller) intende diventare un grande batterista jazz, ed è disposto ad ogni sacrificio pur di realizzare il suo scopo. Il giovane frequenta lo Shaffer, il più prestigioso conservatorio di Manhattan, dove viene notato dallo spietato direttore d’orchestra Terence Fletcher (J.K. Simmons). L’allievo si sottopone ad esercizi e prove estenuanti, ed è costretto a subire pesanti umiliazioni da parte del dispotico istruttore. I metodi dittatoriali dell’uomo alimenteranno la tenacia di Andrew, avviandolo verso una progressiva alienazione.

Benché all’inizio appaia come la classica scalata al successo di un artista con scarsa esperienza, con l’evolversi delle vicende – peraltro ricche di colpi di scena – il film vira verso tematiche ed interrogativi più maturi. Vale la pena sacrificare gli affetti per la carriera? Fino a che punto può spingersi un insegnante per spronare l’allievo? Domande, queste, alle quali il film non pretende di dare risposte definitive. Nella storia mancano luoghi comuni come il trionfo dell’amore e l’esternazione di buoni sentimenti; come insegna la favola dell’uccellino raccontata ne Il mio nome è Nessuno, non tutti quelli che manifestano disprezzo lo fanno per danneggiare il prossimo, così come non tutti coloro che mostrano benevolenza agiscono in maniera disinteressata (cioè senza secondi fini).

Whiplash è un racconto intenso ed elettrizzante, capace di tenere sempre desto l’interesse dello spettatore. J.K. Simmons, qui brutale quanto il sergente Hartman di Full Metal Jacket, fornisce una prova attoriale di immenso spessore, conferendo al film un significativo valore aggiunto; non ci sarebbe da stupirsi se l’attore si aggiudicasse l’Oscar. Anche il giovane Miles Teller fornisce una valida interpretazione: l’attore delinea in modo convincente un giovane determinato, orgoglioso e talvolta fragile.

Whiplash è la vera sorpresa dell’edizione di quest’anno degli Oscar: candidato a 5 statuette, il film del trentenne Damien Chazelle è riuscito a prevalere su titoli dati per favoriti, quali Big Eyes di Tim Burton e Interstellar di Christopher Nolan. Il che è tanto più sorprendente tenuto conto che è un film indie, cioè realizzato con un basso budget e senza la collaborazione di alcuna major. Sono assenti effetti speciali e orpelli registici, di cui spesso si fregiano le produzioni hollywoodiane; la prorompente forza del lungometraggio risiede tanto nell’affiatato cast quanto nella regia ricca di cambi di tono e priva di sbavature. Nota di merito per la colonna sonora, capace di emozionare e galvanizzare lo spettatore.

L’opera seconda dietro la macchina da presa di Damien Chazelle sarà apprezzata non solo dagli appassionati di jazz ma anche dagli amanti della musica più pura, quella cioè che nasce da una potente e irrefrenabile passione. Una passione capace di rendere tutto il resto melenso e deprimente; una passione folle e distruttiva, sia per il fisico che per i legami affettivi.

★★★★½

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Pubblicato da Valentino Zona

Nato a Napoli nel 1990, Valentino Zona è un appassionato di cinema, letteratura e fumetti. Ama il patrimonio culturale partenopeo, di cui auspica la corretta valorizzazione.