Mia madre, la dolorosa accettazione del lutto materno

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Genere: Drammatico Regia: Nanni Moretti Cast: Margherita Buy, John Turturro, Nanni Moretti, Giulia Lazzarini, Beatrice Mancini, Stefano Abbati, Enrico Ianniello, Anna Bellati Durata: 106 min. Anno: 2015

mia-madreMargherita (Margherita Buy) è una regista affermata. Sta girando il suo ultimo film con un noto attore americano (John Turturro) e deve occuparsi con l’aiuto del fratello (Nanni Moretti) della madre morente ricoverata in ospedale, nonché dell’educazione della figlia adolescente Livia.

Mia madre è un film doloroso sull’accettazione della perdita (purtroppo inesorabile) di un proprio familiare. Nello specifico, di una figura fondamentale come quella della madre. Nanni Moretti, dopo La Stanza del Figlio, torna ad affrontare il tema dell’impossibilità di accettare il dolore che la perdita di una persona a cui siamo legatissimi, inevitabilmente, crea. Tentare di gestire il senso di smarrimento è difficilissimo, provare a trovare un senso impossibile. Davanti a un lutto del genere ci si sente completamente impotenti, non si può fare altro che “subire” il costante declino dell’anziana madre, che pian piano si sta spegnendo.

La protagonista, Margherita Buy, è chiaramente un alter-ego del regista, una donna nevrotica e combattuta, mentre Moretti ritaglia per sé il ruolo del fratello di Margherita, interpretando un ingegnere in crisi esistenziale, stanco e incapace di trovare delle risposte.

Mia madre però non è solo questo. Il film mette anche in risalto, soprattutto grazie al personaggio riuscitissimo di John Turturro, attore capriccioso e umorale che si vanta di aver lavorato con Kubrick, quasi stile Effetto Notte di François Truffaut, un mondo a sé come può essere il set cinematografico.

Giulia Lazzarini, nel ruolo della madre è un’altra scelta azzeccata. Ex insegnante, amante del latino, dannatamente attaccata alla vita, è molto commovente. Senza dimenticare John Turturro, al quale è assegnato il compito di strappare qualche risata, perfetto nei panni dell’attore spaesato, megalomane e fuori luogo in un set che neppure comprende bene, il quale nasconde, sotto una scorza di vacuità, problematiche più complesse rispetto all’immagine di star capricciosa che si trascina dietro.

Mia madre è un film maturo, dove Nanni Moretti dimostra di aver ben presente ciò che vuole raccontare, magari senza quella voglia di divertire come un tempo, ma estremamente lucido e toccante. Il film sarà meritatamente uno dei tre assi italiani in Concorso al prossimo Festival di Cannes.

★★★★

mia madre

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Una risposta a “Mia madre, la dolorosa accettazione del lutto materno”

  1. “La stanza del figlio” era si un film sull’accettazione della perdita ma “Mia madre” lo definirei più come un riuscire a capire dove e come riposizionare tutto il dolore, le persone, gli anni di vita e di studio della persona scomparsa. Lo dice lo stesso Nanni Moretti nel film, lo ha sottolineato anche con la scelta dei veri libri della madre che hanno avuto modo di ri-diventare protagonisti di un altra vita, seppur parallelamente finta.

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