Il successo di Mad Max: Fury Road, sebbene i numeri al box office non facciano impazzire, è pressocchè unanime. Il film d’azione di George Miller ha sicuramente colpito per la chiarezza di quello che viene mostrato dalla macchina da presa nonostante il ritmo sia frenetico dall’inizio alla fine con pochissime pause. Al contrario di tanti action movie recenti, dove la macchina da presa è vittima di virtuosismi digitali oppure di una tecnica definita “Chaos Cinema”, Miller recupera un metodo classico, ma tutt’oggi efficace. Ovviamente, la dimostrazione dell’effetto positivo è data dal prodotto finale.
Il montatore Vashi Nedomansky ha analizzato sul suo blog il montaggio di Mad Max: Fury Road mettendo in luce l’elemento principe che ha determinato il successo del film.
Il principio alla base della regia di George Miller è porre l’azione al centro del frame e mantenere a fuoco solo quella. In questo modo, lo spettatore è più facilitato a comprendere quello che avviene sullo schermo, inoltre, passando da un’inquadratura all’altra lo spettatore non dovrà spostare mai lo sguardo dal centro del frame.
Così, la montatrice Margaret Sixel ha potuto lavorare su un ritmo forsennato permettendosi anche di accelerare le inquadrature, in molti casi, senza dare fastidio o creare maggiore confusione.
La tecnica del Center Framed, così la definisce Nedomansky, è anche più onesta e l’azione viene ricreata in modo realistico, al contrario di quanto accade con l’utilizzo di tecniche come la shaky cam, dove la macchina da presa viene scossa per creare più dinamismo.
Potete vedere un video esplicativo.
Alcune curiosità sul film:
– Margaret Sixel ha dovuto lavorare su una quantità di materiale che si aggirava attorno a 480 ore di girato per ottenere un prodotto finito di quasi 120 minuti (se si considerano anche i titoli di coda, il film dura meno di due ore). Questo ha comportato un prodotto composto da circa 2700 inquadrature per i quali è servito un ragionamento in previsione di tutto il montaggio. Anche un solo errore, soprattutto nel caso di Mad Max: Fury Road, avrebbe potuto rovinare in parte il risultato finale.
– George Miller è stato costretto a presentare uno script per far partire definitivamente la produzione del film. Non esisteva una vera e propria sceneggiatura ma una collezione di storyboard di circa 3500 inquadrature realizzate da Mark Sexton che già testimoniavano lo stile di regia con l’azione al centro del frame.