A Little Chaos Genere: Drammatico Regia: Alan Rickman Cast: Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman, Stanley Tucci, Helen McCrory Anno: 2014 Durata: 112 min
“Questa abbondanza di caos voi la chiamate Eden?” – André Le Notre (Matthias Schoenaerts)
Parigi, 1682.
L’architetto di corte André Le Notre, interpretato dall’attore belga Matthias Schoenaerts, è alle prese con la valutazione dei progetti di alcuni paesaggisti tra cui dovrà scegliere i propri collaboratori.
Re Luigi XIV in persona, infatti, un Alan Rickman austero, ma, al contempo, non troppo rigido, gli ha affidato l’arduo compito di progettare e realizzare i giardini della futura residenza della corte parigina, Versailles.
L’uomo, nonostante la reticenza iniziale, affiderà la cura di una sezione del progetto ad una donna, la paesaggista Sabine De Barra, interpretata da una Kate Winslet sempre sul pezzo, che, sebbene priva di sangue blu, saprà far valere il suo personale concetto di “ordine” sia nei confronti dello schematico Le Notre, sia nei confronti dell’eclettica corte di Luigi XIV.
Seconda opera nei panni di regista, dopo L’ospite d’inverno del 1997, Alan Rickman confeziona una pellicola in costume dal netto impianto teatrale, sia per l’imponenza dei dialoghi che per la relativa staticità dell’azione.
Il cuore della vicenda, la realizzazione dei giardini di Versailles, si configura come un pretesto per parlare di altro, nello specifico dei due personaggi principali dell’intreccio, Madame De Barra e Monsieur Le Notre, della loro personale visione del mondo filtrata attraverso la rispettiva arte e dei tormenti che, sebbene per causa ed intensità diverse, li attanagliano.
Malinconico quanto devoto ad una visione classica dell’ordine lui, quanto moderna, emancipata e priva di spirito vittimistico lei, questi due bei personaggi, per quanto brevemente tratteggiati, nel loro riconoscersi complementari, sono in grado di rendere interessante una pellicola che non sembra avere grandi pretese sulla carta.
La riflessione sull’influenza reciproca di cultura e natura e l’avvicinamento progressivo dei due protagonisti procedono in parallelo lungo tutta la durata della pellicola, mentre, sullo sfondo, il regista accenna le meschinità e le debolezze di una corte assuefatta alla bellezza, ma, di fatto, torbida.
Passato in sordina sia tra i favori del pubblico che tra quelli della critica, Le regole del caos si configura come la rivincita artistica e sociale di una donna che ha saputo andare avanti senza farsi intimidire dai propri demoni.
Girata in Inghilterra, con l’ausilio di un cast perlopiù anglofono, tra cui, oltre le buone prove dei personaggi principali, spicca anche l’irriverenza del Duca d’Orleans interpretato da Stanley Tucci, questa pellicola è un’opera godibilissima soprattutto per la bellezza dei dialoghi, dei costumi e per una certa poeticità della fotografia, anche se, le tinte drammatiche poste sul piatto per delineare più approfonditamente taluni personaggi, spesso confinino nella pesantezza, apparendo contingenti e fuori luogo.
★★★