Qualcosa di buono, Hilary Swank pronta a combattere la SLA

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Qualcosa di buono (You’re Not You) Genere: Drammatico  Regia: George C. Wolfe Cast: Hilary Swank, Emmy Rossum, Josh Duhamel, Jason Ritter, Ali Larter, Marcia Gay Harden Durata: 104 min. Anno: 2014

…mi hai insegnato a dare un valore a me stessa!”, Bec (Emmy Rossum)

locandinaLa pianista Kate, affetta da sclerosi laterale amiotrofica, si appresta a cercare qualcuno che la sostenga nella quotidianità. Quindi trova nella scombinata Bec la persona giusta, nonostante il parere contrario del marito, Evan.
Gli sceneggiatori Shana Feste e Jordan Roberts ricavano dal romanzo omonimo del titolo originale del film, You’re Not You, di Michelle Wildgen (anch’essa affetta da SLA), la sceneggiatura per il difficile confronto-scontro con questo terribile morbo.
L’eroina della storia è interpretata dalla meravigliosa Hilary Swank (anche produttrice), già presente in pellicole incentrate su malattie gravi. Infatti in P.S. I Love You viene a contatto con il cancro al cervello del marito (Gerard Butler). A vestire i panni del suo sostegno fisico e morale è in un primo momento il marito (Josh Duhamel), poi la star carismatica di ShamelessEmmy Rossum.
Il film è assolutamente da vedere in lingua originale in quanto deve essere ammirata la capacità della Swank di modulare la voce man mano che la malattia si appropria di lei, come nelle scene in cui ha difficoltà respiratorie. E non c’è bisogno di sottolineare (da associare a questo proposito è la Moore in Still alice) quanto sia brava e convincente in drammi come questi date le numerose testimonianze presenti nella sua filmografia. A fare da contraltare all’austera e testarda Kate c’è la caotica studentessa universitaria della Rossum (vestita in modo trasandato e con un modus vivendi sopra le righe). La sua figura sembra un cartoncino incollato su uno sfondo di diversa natura. Infatti il personaggio è essenzialmente quello di Shameless ma inserito in una casa lussuosa e una sfida da affrontare molto più grande di lei.

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Tra le due donne si viene a creare una genuina ed efficace amicizia grazie alla passione per la musica: una pianista, l’altra studentessa in un’accademia musicale. La prima non è una figura passiva che riceve aiuto senza offrirne. Anzi: mette in guardia e orienta la giovane rispetto a tutti i problemi che la coinvolgono.
A sei anni di distanza dal suo ultimo dramma, Come un uragano, al regista George C. Wolfe deve essere riconosciuto l’encomio di aver tratto tutto il meglio possibile dalle sue splendide attrici e di aver realizzato un dramma più che sufficiente e scevro di particolari, e a volte eccessivi, pietismi: buona gestione della progressione della malattia e di come questa abbia inciso anche sulle vite che circondano Kate.

★★★

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