Inside Out, viaggio tra le emozioni

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Inside Out (id.)

Genere: Commedia, Avventura, Drammatico. Regia: Pete Docter, Ronnie del Carmen. Cast: Mindy Kaling, Bill Hader, Amy Poehler, Phyllis Smith, Lewis Black, Kaitlyn Dias, Diane Lane, Kyle MacLachlan (nella versione italiana Stella Musy, Melina Martello, Paolo Marchese, Daniele Giuliani, Veronica Puccio, Claudia Catani, Mauro Gravina, Luca Dal Fabbro). Durata: 94 min. Anno: 2015.

Inside Out 01Inside Out, nato da un’idea di Pete Docter, è ambientato nella testa di una ragazzina di undici anni, Riley, costretta a trasferirsi con la famiglia dal Minnesota a San Francisco a causa del nuovo lavoro del padre. I protagonisti sono le cinque emozioni che abitano la sua testa: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura.

Erano alte le aspettative per questo film dato che il regista è lo stesso di Monsters & Co. (Monsters, Inc., 2001) e Up (2009), nonché co-sceneggiatore di Toy Story – Il mondo dei giocattoli (Toy Story, 1995) di John Lasseter, Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (Toy Story 2, 1999) di John Lasseter, Lee Unkrich e Ash Brannon e WALL•E (2008) di Andrew Stanton. E Inside Out è ancora più complesso di quanto si poteva immaginare, un bellissimo viaggio all’interno di noi stessi, tra le emozioni e i ricordi che costituiscono la nostra personalità e che ci rendono le persone che siamo.

Oltre ad identificarsi con il percorso di formazione di Riley, quindi con tutte quelle speranze, sogni, disillusioni che si provano durante la crescita, lo spettatore rimane colpito dall’importante messaggio della storia: tutte le emozioni e tutti i ricordi sono importanti a definire il nostro essere, anche quelli più dolorosi o spiacevoli che vorremmo solo dimenticare. Il film aiuta a capire come la personalità di un individuo non è per forza ben definita, ma può avere mille sfaccettature. Anzi, spesso sono quei ricordi dotati di una dolce malinconia a essere i più preziosi.

Inside Out 02

Proprio per questa profonda analisi della psiche umana, Inside Out sembra quasi essere più adatto ad un pubblico adulto che non ai quei bambini che costituiscono normalmente i destinatari ottimali dei film d’animazione. Quest’ultimi potranno comunque ricavarne un buono spunto di riflessione se coadiuvati da genitori e insegnanti, oltre a divertirsi in maniera immediata con le scene più buffe del film. Esemplificativo può essere in tal senso il personaggio di Bing Bong, un amico immaginario di quando Riley era più piccola: se per i bambini è solo un simpatico animaletto canterino, per i più grandi rappresenta quelle cose che facevano parte dell’infanzia ormai dimenticate, ma che sepolte nel nostro subconscio possono riaffiorare all’improvviso con un suono, un profumo o una sensazione.

Dopo essere stato presentato all’ultimo Festival di Cannes il 18 maggio, Inside Out è uscito negli Stati Uniti il 19 giugno 2015, mentre l’uscita nelle sale italiane è stata rinviata al 16 settembre.

Inside Out 03

Incantevole anche il cortometraggio che precede Inside Out in sala: Lava (id. 2014) di James Murphy. L’idea alla base di Lava è venuta in mente al regista durante il suo viaggio di nozze alle Hawaii: profondamente colpito dalle splendide isole tropicali visitate, ha deciso di raccontare il ciclo di vita di un vulcano. Infatti, il personaggio principale del corto è un vulcano solitario di nome Uku. La trama si è poi sviluppata nella direzione di rendere Uku in cerca dell’amore, anche se il destino e la natura sembrano mettersi contro di lui. Lava è ricco di sensazionali effetti atmosferici ricreati con un’incredibile verosimiglianza, i quali non vanno però ad assorbire troppo l’attenzione dello spettatore, perché ben amalgamati alla vicenda raccontata. Se non ci fosse l’animazione antropomorfa del vulcano e degli animali a ricordarci che tutto è stato creato al computer, sarebbe facile credere che si tratta di ambienti reali.

★★★★★

Per ulteriori informazioni sui Pixar Animation Studios vi consiglio la lettura del saggio Dal pixel alla Pixar di Virgilia Bertolotto, Vincenzo Grasso Editore, 2014, Padova

Qui la recensione di Martina Barone.

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Pubblicato da Virgilia Bertolotto

Nasce a Torino nel 1987. Appassionata da sempre di cinema e, in particolare, di cinema d’animazione, nel 2011 consegue la laurea magistrale in "Discipline cinematografiche - Storia, teoria e patrimonio." Nel luglio 2014 Vincenzo Grasso Editore pubblica il suo saggio "Dal pixel alla Pixar". Nel tempo libero gestisce tre pagine (Mads Mikkelsen Italia, William Holden Tribute e Jack Huston Italia) e un piccolo blog (The Happiest Small Things) su Facebook. Gli altri suoi interessi sono la lettura, la fotografia e l’arte.