Paura della paura, la discesa nella depressione di Margot

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Angst vor der Angst Genere: Drammatico Regia: Rainer Werner Fassbinder Cast: Margit Carstensen, Ulrich Faulhaber, Brigitte Mira, Irm Hermann Durata: 88 min. Anno: 1975

angstMargot (Margit Carstensen) è una moglie e madre di famiglia che conduce una vita apparentemente felice e serena. Durante la seconda gravidanza, però, viene improvvisamente colta da una inspiegabile ed irrazionale paura. Questa angoscia esistenziale rende la sua vita quotidiana sempre più difficile. Margot teme di diventare pazza e nessuno sembra capirla, tranne un misterioso vicino di casa, che ha alle spalle un tentativo di suicidio.

Paura della paura (Angst vor der Angst), dolorosissima pellicola del 1975 diretta dal geniale regista tedesco Rainer Werner Fassbinder, è un lucido saggio psicoanalitico sulla depressione di una donna, Margot, moglie e madre borghese, la cui esistenza, come il fischio del treno pirandelliano, cambia improvvisamente con l’arrivo del secondo figlio. Margot cade in uno stato di forte depressione e si lascia vivere, sempre più impaurita e colta da una lacerante angoscia esistenziale che non sembra darle scampo. Si rifugia prima nelle medicine, poi nell’alcol, ma niente sembra potere lenire lo stato di profonda inquietudine che prova. Fassbinder delinea magistralmente uno dei ritratti femminili più vivi della sua filmografia, che di certo non manca di donne tormentate e sofferenti (Veronika Voss, Martha, Lola, Lili Marleen, Il matrimonio di Maria Braun, Le lacrime amare di Petra Von Kant). In questo film Fassbinder dipinge uno spaccato piccolo borghese alienante e cinico, mettendo a fuoco in maniera sincera e credibile la depressione di una donna, che si sente un’estranea a questo mondo, la povera Margot, i cui intensi primi piani bucano lo schermo e colpiscono nel profondo. Paura della paura è un’inesorabile discesa verso la dissociazione mentale che non può non ricordare un altro film sulla pazzia di una donna uscito dieci anni prima, ovvero Repulsion di Roman Polanski. Fassbinder è lucido, delicato e chirurgico nel mostrare un quadro familiare solo in apparenza accogliente e felice, facendo abilmente crescere la tensione mano a mano che la malattia si acuisce. Non è certamente un caso che la maggior parte delle riprese si svolgano all’interno della mura domestiche, lasciandone trasparire l’ambivalenza: rifugio ma anche prigione. Da segnalare in un ruolo secondario Brigitte Mira, attrice ricorrente nel cinema di Fassbinder ed indimenticabile ne La paura mangia l’anima.

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Paura della paura è un film da riscoprire (come del resto tutta la filmografia di uno dei più grandi cineasti della storia del cinema), un magnifico trattato sull’alienazione e sul senso di inadeguatezza verso il mondo. Fassbinder, maestro nel regalarci figure indimenticabili di umiliati e offesi dalla società e ambientazioni sature di sofferenza e senso di morte, raggiunge con questo film ingiustamente dimenticato una delle vette più alte del suo cinema.

★★★★

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