Zootropolis, animali in civiltà

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Zootropolis (Zootopia)

Genere: Commedia, Azione, Avventura. Regia: Byron Howard, Rich Moore. Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, Octavia Spencer, J. K. Simmons, Shakira, Alan Tudyk (nella versione italiana Ilaria Latini, Alessandro Quarta, Massimo Lopez, Diego Abatantuono, Leo Gullotta). Durata: 108 min. Anno: 2016.

“I won’t give up, no I won’t give in! // Till I reach the end and then I’ll start again.”
(Try Everything di Shakira)

Zootropolis PosterNella città di Zootropolis prede e predatori hanno messo da parte i loro istinti per vivere in armonia. Judy Hopps è la prima coniglietta a diventare agente di polizia, ma non sarà facile per lei farsi strada tra gli animali più grossi. Grazie al fortuito incontro con una volpe truffaldina di nome Nick Wilde, Judy può avere l’occasione di risolvere un grosso caso.

I Walt Disney Animation Studios fanno nuovamente centro dopo i recenti successi che li hanno portati al livello dei loro colleghi dei Pixar Animation Studios, a partire da Rapunzel – L’intreccio della torre (Tangled, 2010), di cui Byron Howard era co-regista insieme a Nathan Greno, fino a Big Hero 6 (id. 2014) di Don Hall e Chris Williams, passando attraverso il record di incassi di Frozen – Il regno di ghiaccio (Frozen, 2013) di Chris Buck e Jennifer Lee: non a caso quasi tutti i creatori di Zootropolis hanno lavorato precedentemente a quei film.

Il 55° Classico Disney potrebbe sembrare inizialmente solo un bel film d’intrattenimento e gli elementi in questo senso ci sono tutti: Zootropolis è ricco di gag spassose, mai banali e molto calzanti, come ad esempio il fatto che alla motorizzazione ci lavorino dei bradipi, un chiaro riferimento alla lentezza della burocrazia. Inoltre tutte le caratteristiche dei vari animali sono esasperate o al contrario ribaltate per sorprendere sempre lo spettatore.

Proprio i luoghi comuni legati ad alcune specie sono poi il primo spunto di riflessione che rende Zootropolis non solo un buon film per famiglie, ma un buon film per tutti, che affronta anche temi importanti. Il rapporto che viene a crearsi tra Judi e Nick deve superare sia le iniziali diffidenze che contrappongono due razze apparentemente contrapposte, sia i pregiudizi che la società ha verso di loro: un coniglio non sembra abbastanza coraggioso e forte per poter combattere il crimine, così come una volpe non ispira fiducia e onestà. Tutti problemi che emergono purtroppo anche nella vita reale.

Zootropolis

Gli autori di Zootropolis aggiungono a tutto ciò il classico messaggio di molti film d’animazione Disney, cioè che grazie alla perseveranza e alla forza d’animo tutti possono raggiungere i propri obiettivi e coronare così il sogno di tutta una vita. E lo fanno anche attraverso il testo dell’accattivante Try Everything cantata da Shakira: “Io non voglio rinunciare, no non voglio cedere//Fino a quando non raggiungo la fine e poi inizierò di nuovo.”

In Zootropolis non mancano nemmeno le citazioni ad altre opere, non solo Disney e non solo per bambini. Se infatti nella stanza di Judi si vede un quadretto raffigurante l’orsetto Bongo, protagonista del primo episodio di Bongo e i tre avventurieri (Fun & Fancy Free, 1947) di Jack Kinney, Bill Roberts, Hamilton Luske e William Morgan e alla fine c’è una statua di Tantor, l’elefante di Tarzan (id. 1999) di Chris Buck e Kevin Lima, altri due omaggi sono ad esclusivo appannaggio degli adulti: senza svelare oltre, sappiate solo che si fa riferimento a Vito Corleone de Il padrino (The Godfather, 1972) di Francis Ford Coppola e alla serie TV Breaking Bad (id. 2008-2013) di Vince Gilligan.

Zootropolis è il terzo film Disney ad avere come protagonisti solo animali antropomorfi, senza quindi la presenza di umani, dopo Robin Hood (id. 1973) di Wolfgang Reitherman e Chicken Little – Amici per le penne (Chicken Little, 2005) di Mark Dindal. Il film, nelle sale italiane dal 18 febbraio (negli Stati Uniti uscirà il 4 marzo), ha realizzato il miglior esordio di sempre per un film d’animazione Disney in Italia.

★★★★

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Pubblicato da Virgilia Bertolotto

Nasce a Torino nel 1987. Appassionata da sempre di cinema e, in particolare, di cinema d’animazione, nel 2011 consegue la laurea magistrale in "Discipline cinematografiche - Storia, teoria e patrimonio." Nel luglio 2014 Vincenzo Grasso Editore pubblica il suo saggio "Dal pixel alla Pixar". Nel tempo libero gestisce tre pagine (Mads Mikkelsen Italia, William Holden Tribute e Jack Huston Italia) e un piccolo blog (The Happiest Small Things) su Facebook. Gli altri suoi interessi sono la lettura, la fotografia e l’arte.