Il demone sotto la pelle, il cult di David Cronenberg

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Shivers Genere: Horror Regia: David Cronenberg Cast: Barbara Steele, Joe Silver, Paul Hampton, Lynn Lowry, Allen Magicovsky, Ronald Mlodzik, Susan Petrie Durata: 88 min. Anno: 1975

il-demone-sotto-la-pelleA Montreal, su un’isola, sorge il complesso residenziale chiamato Arca di Noè. Autosufficiente e completamente indipendente dal mondo esterno, è dotato di ogni confort: campi da tennis e da golf, piscina, supermercato e persino una piccola clinica medica privata. In questo spicchio di Paradiso la vita scorre tranquilla e serena, gli inquilini sono felici e soddisfatti di poter vivere lontano dal frastuono e dalla frenesia della città. L’idillio si spezza quando iniziano ad accadere fatti strani. Il Dottor Hobbes, dopo aver sezionato e strangolato brutalmente una sua studentessa, si toglie la vita. Alcuni inquilini, in preda a raptus e frenesie sessuali, iniziano a portare scompiglio nel complesso, mentre fanno la loro comparsa misteriosi organismi simili a grosse sanguisughe. Il Dottor St. Luc, indagando sugli esperimenti di Hobbes, cerca disperatamente di mettere in salvo i residenti.

Il demone sotto la pelle (in originale Shivers) è il primo lungometraggio di David Cronenberg ad essere regolarmente distribuito nei circuiti cinematografici. Salutato come opera innovativa e rivoluzionaria al Festival di Cannes del 1975, ha subito numerosi attacchi in patria, i quali hanno creato non poche difficoltà a Cronenberg nel reperire i finanziamenti per i suoi progetti successivi. Il giornalista canadese Robert Fulford, infatti, denigrò pubblicamente i contenuti del film, a sua detta immorali e scabrosi, sulle pagine della nota rivista nazionale Saturday Night. La querelle verteva sul fatto che la pellicola era stata in parte finanziata dal Canadian Film Development Corporation, un fondo governativo statale, e quindi indirettamente finanziato dalle tasse dei contribuenti canadesi. Fulford scelse un titolo per l’articolo che, senza mezzi termini, gettava un grande discredito sul lavoro di Cronenberg: “You should know how bad this movie is, you paid for it” (“Dovreste proprio sapere quanto è brutto questo film, l’avete pagato voi”). Cronenberg affermò poi in un’intervista che l’articolo di Fulford fu persino la ragione dello sfratto che subì dal suo appartamento di Toronto. Il film si inserisce perfettamente nel primo filone cronenberghiano, lontano dalle sue ultime e più recenti opere, come A History of Violence, La Promessa dell’Assassino o Maps to The Stars. Spiazzante e a tratti disgustoso, Il demone sotto la pelle anticipa le ossessioni che saranno proprie del modo di fare cinema del geniale regista canadese: le mutazioni della carne, il contagio, la realtà deformata e violenta. Horror intellettuale che fa propria l’estetica dei B movie di genere, Il demone sotto la pelle è una morbosa riflessione sull’attrazione sessuale e sul disfacimento del corpo e della mente. La malattia che colpisce gli inquilini porta alla perdita della personalità individuale e si trasmette con i rapporti sessuali (una metafora dell’AIDS?) e svela quanto la componente razionalistica dell’uomo sia labile e debole rispetto alla sua componente più selvaggia, istintiva ed animalesca. Il “nemico” è latente nel nostro “corpo” e non può che portarci alla totale corruzione fisica e psicologica. Concetto di “corpo” che si può anche estendere all’(apparente) accoglienza del condominio che ospita i vari residenti, il quale di per sé costituisce esso stesso un “corpo”. L’infezione, che si manifesta tramite disgustose escrescenze pulsanti all’altezza dello stomaco, porta ben presto ad un’apocalisse tremenda e violenta, i residenti si aggirano nello stabile in preda a furia sessuale ed omicida, ricordando le orde fameliche della Notte dei morti viventi di George A. Romero.

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Il demone sotto la pelle, a distanza di più di quarant’anni dalla sua uscita, è invecchiato benissimo. Con il suo crudo pessimismo apocalittico, il film, già nel lontano 1975, mostrava chiaramente quanto David Cronenberg avesse le idee ben chiare sul suo concetto di Cinema, lanciando (repellenti) sprazzi di genialità che costelleranno poi la carriera di uno dei più grandi registi del panorama mondiale.

★★★★

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