Auguri per la tua morte, recensione dell’umoristico horror della Blumhouse Productions diretto da Christopher Landon

auguri per la tua morte
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Happy Death Day Genere: Orrore, thriller Regia: Christopher Landon Cast: Jessica Rothe, Israel Broussard, Ruby Modine, Rachel Matthews, Charles Aitekn, Rob Mello, Phi Vu Durata: 96 min Anno: 2017

auguri per la tua morteOggi è il primo giorno del resto della tua vita. Un invito positivo, un incoraggiamento accattivante, l’incentivo in più per dare marcia alla tua giornata. Uno stimolo in grado di spronare, a meno che quel giorno, quello stesso, infinito giorno, non lo si stia rivivendo per la seconda, per la quinta, magari per la decima volta. Loop temporale nella quale si è ritrovata incastrata l’impreparata protagonista della nuova pellicola prodotta dalla Blumhouse Production – medesima casa di produzione che ha dato la luce al successo di critica e pubblico Scappa – Get Out -, un’opera dal trascinante gusto thriller-horror sostenuto da una spiccata dose di ironia.

Auguri per la tua morte è il film realizzato secondo la direzione del regista Christopher Landon, un divertente gioco di ritorno al passato che nel suo mescolare insieme un ventaglio ampio di generi afferma la sua riuscita vena tra film dell’orrore e una vasta gamma di contaminazioni dalle più intuitive e disparate.

auguri per la tua morte

Tree (Jessica Rothe) è costretta a rivivere in sequenza lo stesso, identico lunedì diciassette. Non un lunedì diciassette qualunque, ma il giorno del suo compleanno. Non un compleanno qualunque, ma il giorno della sua morte. Decisa dunque ad uscire dal controcircuito perpetuo che la tiene prigioniera di un incubo ad occhi aperti ed increduli, la bionda liceale cercherà di non morire ogni giorno invano tentando perciò di scoprire chi si nasconde dietro la maschera da bambino del suo efferato assassino. Un obiettivo per cercare di arrivare così al giorno seguente, interrompendo la catena di ripetitivi eventi nella quale Tree si è ritrovata inspiegabilmente intrappolata.

Appuntamento fatale quello che attende Auguri per la tua morte, l’intrattenimento trascinante di Christopher Landon che con struttura semplice, ma dall’ammiccante appiglio accompagna la giovane protagonista Tree nel peggior giorno della sua non-vita. Utilizzando il più che scontato, seppur sempre ottimamente efficiente, escamotage del disfunzionale procedere del tempo, l’horror si tinge di sangue non mancando di arricchirsi con la cattiveria della commedia teen demenziale aggiunta ad un’investigazione in linea con i canonici parametri del thriller, rivelando nuovamente l’indipendente e a questo punto quanto mai fruttuosa strada, in termini di profitto e ancor più di qualità proposta, intrapresa dalla casa di produzione capitanata dallo statunitense Jason Blum.

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Riprendendo con evidenza la spiritosa commedia interpretata da Bill Murray Ricomincio da capo, grande pellicola della comicità diretta nel 1993 da Harold Ramis, e sbeffeggiandola con rispettoso affetto, Auguri per la tua morte attraversa soltanto trasversalmente la necessità di miglioramento della sua protagonista la quale era invece fulcro della nota pellicola degli anni Novanta, incentrando ampiamente la propria attenzione sulla costruzione di un film irriverente e dalla marcata strafottenza, sottolineandone la contaminazione di temi a più riprese. Un piacevole compleanno non certo per il personaggio principale interpretato dall’attrice Jessica Rothe, ma che invita lo spettatore a festeggiare passando senza impegno la durata della visione cinematografica, trattenendolo con un’indagine fatta di sincere risate e trovate del racconto all’insegna dell’ilare idiozia, intervallate con cadenza da più cruenti accoltellamenti e pestaggi.

Christopher Landon organizza dunque un’insolente festa sollecitando il pubblico ad incuriosirsi e partecipare con smaliziato umorismo, architettando con Auguri per la tua morte un’enigma all’insegna della ripetizione che non stanca per il suo ritmato alternarsi di decessi e humor. Un prodotto non alla ricerca di un’originalità che si rivelava assente già dalla premessa della pellicola, ma abile nell’affondare fino in fondo il proprio pugnale e fare dello spettatore una propria soddisfatta vittima.

★★★

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