Grand Budapest Hotel, la storia del leggendario concierge Gustave H.

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The Grand Budapest Hotel Genere: Commedia Regia: Wes Anderson Cast: Ralph Fiennes, Tony Revolori, Adrien Brody, Edward Norton, Tilda Swinton, Willem Defoe, Bill Murray, Owen Wilson, Jeff Goldblum, Harvey Keitel, Jude Law, Jason Shwartzman Durata: 100 min. Anno: 2014

grand budapest hotelRalph Fiennes è Gustave H., leggendario concierge di un lussuosissimo e famoso hotel europeo a cavallo fra le due Guerre Mondiali. Monsieur Gustave stringe amicizia con il giovane Zero Moustafa (Tony Revolori), un fattorino che diventa il suo protetto nonché più fidato amico. I due avranno a che fare con il furto di un dipinto rinascimentale dal valore inestimabile e una violenta battaglia per la ripartizione di un enorme patrimonio familiare, mentre, sullo sfondo, l‘assetto dell’Europa nella prima metà del XX secolo sta cambiando radicalmente.

Tra sogno e realtà, Grand Budapest Hotel è una macchina dagli ingranaggi perfetti dove la cura, anche per i minimi dettagli, è maniacale. Fin dai primi minuti lo spettatore si riesce a immergere completamente in questa rocambolesca avventura dai toni surreali. Wes Anderson è in gran forma e con una magia trasforma la realtà in favola, la brutta e triste realtà di un’Europa in balia degli eventi e sconquassata dalle due Guerre Mondiali in una storia solo apparentemente semplice, ma dalle mille sfaccettature e chiavi di lettura. La pellicola si snoda su una tripartizione temporale, mediante l’uso di numerosi flashback, che portano lo spettatore ad ammirare i fasti di quello che era il Grand Budapest Hotel, situato nel paesaggio immaginario di Zubrowka.

Lo stile di narrazione, come al solito, è parecchio cool. Wes Anderson sa bene come appagare esteticamente l’occhio, pennellando dei quadri in cui anche i dettagli cromatici hanno un’importanza determinante, per esempio i colori dell’albergo sul rosa e i vestiti indossati dai vari personaggi, sempre molto ricercati e azzeccati. L’intreccio che si snoda, portando i vari personaggi a confluire in uno stesso punto, ricorda alcune situazioni presenti nei film di Billy Wilder, mentre in altre scene Wes Anderson fa sapientemente uso delle tecniche proprie del cinema muto (per esempio i lanci nel vuoto o i vari inseguimenti). Il continuo sovrapporsi delle narrazioni mette in risalto l’importanza e il valore dei racconti, siano essi orali o racchiusi in un libro. Il cast è superbo e i vari interpreti sono perfettamente adatti ai loro ruoli. Oltre ai due protagonisti si fanno apprezzare anche i numerosi comprimari, come i fedelissimi Adrien Brody e Bill Murray, senza dimenticare uno dei personaggi più simpatici, ovvero il killer interpretato da Willem Defoe.

 Grand Budapest Hotel conquista con i suoi colori sgargianti, l’assurdità di alcune scene grottesche, il repentino cambio di linguaggi, passando da quello forbito e formale a quello più grezzo e rozzo. Non è sempre facile cogliere il profondo significato che si cela dietro i volti impassibili degli attori, dove, ogni tanto, si intravede un barlume di umanità, il che dà un senso a tutto quanto, e allora, con un sorriso sulle labbra, si inizia a fantasticare, sognando le sfarzose stanze del Grand Budapest Hotel, popolato di personaggi buffi e singolari.

Il film è candidato a nove premi Oscar, fra cui miglior film e miglior sceneggiatura originale.

★★★★

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