Mediterraneo, dedicato a tutti coloro che stanno scappando

Condividi:

Genere: Commedia Regia: Gabriele Salvatores Cast: Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Ugo Conti, Gigio Alberti, Giuseppe Cederna, Memo Dini, Claudio Bisio Durata: 105 min. Anno: 1991

“Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? Perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo. Un puntino nell’universo. I tramonti mi piacerebbe vederli con mia madre, e con una donna che amo, magari. Invece le notti mi piacerebbe passarle da solo, o con una bella troia, che è meglio che da solo.”

Il Sergente Lo Russo (Diego Abatantuono)

mediterraneoGiugno del 1941: durante la Seconda Guerra Mondiale uno sgangherato gruppo di militari italiani approda su una sperduta isoletta greca dell’Egeo al fine di stabilire un presidio italiano. L’isola inizialmente sembra ostile e non abitata, ma in realtà ci vivono donne, vecchi e bambini, dato che tutti gli uomini sono stati deportati dai tedeschi. La brigata italiana, al comando del Tenente Montini, un insegnante di greco e latino con la passione per la pittura, si rivela da subito inadatta alla minima attività militare e ben presto, sfruttando l’isolamento geografico e l’impossibilità di comunicare con il comando a causa della radio in avaria, si dedicherà a tutt’altra attività. I soldati resteranno sull’isola per anni, fino alla fine del conflitto mondiale, stabilendo un grande rapporto con gli abitanti del luogo.

Vincitore del premio Oscar come Miglior film straniero nel 1992, Mediterraneo è una pellicola da vedere e rivedere. Gabriele Salvatores confeziona una storia allegra e spensierata, ma allo stesso tempo nostalgica e malinconica, ambientata in tempi molto difficili. Le avventure di questi militari, dove su tutti spicca un grandissimo Diego Abatantuono, dipingono perfettamente l’Italia per quella che è stata e che sempre sarà, ovvero un popolo scherzoso e frivolo, maestro nell’arte del “sapersi arrangiare” e con le passioni che lo contraddistinguono da sempre, come il calcio e le belle donne. Nonostante sia a tratti un po’ stereotipata, il che non è necessariamente un difetto, la vicenda sembra addirittura, in alcuni frangenti, profetizzare il futuro, strizzando l’occhio alla voglia di libertà ed evasione propria della generazione hippy degli anni ’60 ’70, stufa di appartenere a un sistema di vita che non sentiva suo. Oltre ad Abatantuono, in Mediterraneo anche tutti gli altri attori che compongono il cast sono perfetti, da Claudio Bigagli a Antonio Catania, a Ugo Conti, Claudio Bisio e Gigio Alberti. Oltre a ciò, menzione speciale va fatta per la grandiosa colonna sonora, davvero molto evocativa, seducente e affascinante. Senza tralasciare gli ottimi dialoghi (celebre in questo senso la conversazione di Abatantuono e Conti sui tramonti e sul rimpianto di non poterli condividere con la donna amata).

L’isola dove è stato girato il film si chiama Kastellorizo ed è il luogo perfetto, quello che nel nostro immaginario abbiamo sempre sognato e desiderato: tranquilla, silenziosa, abitata da persone cordiali e genuine. Cosa volere di più?

Mediterraneo è un film indimenticabile, “dedicato a tutti coloro che stanno scappando”, a coloro che sono stati dimenticati da una Patria troppo spesso ingrata verso i propri cittadini. L’immensa poesia che emana da ogni singolo fotogramma è una poesia fatta soprattutto di pace, perché questo è il grande messaggio di fondo della pellicola, pace che significa aiutare gli altri, parlare e confrontarsi con loro, saperli comprendere, in altre parole, sapere amare.

Sicuramente il miglior film di Salvatores, Mediterraneo conquista lo spettatore nel profondo, perché in fondo tutti noi vorremmo scappare da una vita troppo comune, troppo banale, troppo normale. E allora, dopo la visione di Mediterraneo, è un po’ come se una parte di noi vivesse là, su quella magnifica isola, in riva a quel mare cristallino, fra quelle case bianchissime baciate dal sole, senza orari, obblighi e imposizioni. Questa è la libertà più assoluta e vera.

★★★★

Condividi: