Drive, un antieroe metropolitano

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Genere: Noir, Drammatico Regia: Nicolas Winding Refn Cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks, Ron Perlman, Bryan Cranston, Christina Hendricks, Oscar Isaac, Tina Huang, Joe Pingue, Tiara Parker Anno: 2011 Durata: 95 min

Locandina
Locandina

Drive si apre con una delle più belle sequenze cinematografiche di tutti i tempi: in una Los Angeles notturna, ripresa con uno sguardo che deve molto al Michael Mann di Collateral, viene mostrato l’interno di un’auto in cui sostano due uomini. Una rapina è in corso e i due attendono che i loro complici concludano l’azione prima della fuga collettiva.

Se la tensione è palpabile nell’insofferenza dell’uomo sul sedile posteriore, a colpire è la freddezza dell’uomo alla guida, sottolineata soprattutto nel conseguente inseguimento dell’auto da parte della polizia. Il martellante synth di Tick Of The Clock dei Chromatics, il rombo dei motori, il vortice sonoro delle sirene della polizia, la pressione rotatoria delle pale degli elicotteri che sovrastano la caccia all’uomo e l’alternarsi della telecronaca radiofonica di una partita di football con la frequenza degli agenti scandiscono l’adrenalina imperante di questa sequenza in cui, a dispetto delle circostanze, emerge il pieno controllo di sé del giovane alla guida.

Di lui, il protagonista della pellicola, interpretato da un Ryan Gosling la cui compostezza espressiva è qui del tutto parte integrante della natura del personaggio interpretato, non viene svelato neppure il nome. A caratterizzarne la tempra, un solo elemento: la sua straordinaria abilità nel guidare. Un’abilità, quest’ultima, declinata in vari modi nella sua esistenza: costui, infatti, lavora come stuntman part-time, quotidianamente come meccanico e occasionalmente come autista per rapine di notte.

Ryan Gosling (Driver)
Ryan Gosling (Driver)

Freddo e solitario, i suoi unici legami sembrano essere quello embrionale con la propria auto, con la quale si aggira come un fantasma privo di identità per le strade notturne di una città che sembra avere smarrito l’anima, e quello con il suo capo d’officina – mentore Shannon, il Bryan Cranston di Breaking Bad. Proprio quest’ultimo, avendone saggiato il talento, lo presenta a due criminali del luogo, interpretati rispettivamente da Albert Brooks e Ron Perlman, come potenziale pilota sul quale investire i loro denari, stabilendo in tal modo un accordo che in seguito ne decreterà il tragico destino.

Ryan Gosling (Driver) e Bryan Cranston (Shannon)
Ryan Gosling (Driver) e Bryan Cranston (Shannon)

Trasferitosi in un nuovo condominio, la conoscenza con la timida Irene, un’ottima Carey Mulligan, e suo figlio sembrano smuovere qualcosa dentro di lui. Tra lunghi silenzi e sguardi pieni di significato tra i due inizia a consolidarsi un legame, inespresso a parole, quanto evidente, sebbene in sordina, nei fatti. Irene, però, è sposata e suo marito Standard, interpretato da Oscar Isaac, uscito di prigione fa ritorno a casa. Ben presto, tuttavia, si ricaccia in guai seri, mettendo in grave pericolo la sua famiglia. Un aiuto fondamentale per risolvere la situazione proverrà proprio da quell’insospettato rivale in amore che si dimostra disposto ad esporsi a rischi notevoli pur di tenere al sicuro Irene e suo figlio. Le cose, però, purtroppo, non vanno come preventivato.

Carey Mulligan (Irene) e Ryan Gosling (Driver)
Carey Mulligan (Irene) e Ryan Gosling (Driver)

Vincitore del Premio per la Miglior Regia durante il 64esimo Festival di Cannes, il regista danese Nicolas Winding Refn si è attestato in questa pellicola su una fittizia semplicità di trama e personaggi. I nodi dell’intreccio non sono originali in quanto riprendono classici topos narrativi inflazionatissimi quali la storia d’amore tra due personaggi archetipici (il cavaliere senza paura e la dama innocente da salvare), la rapina andata male, la vendetta per il riscatto della perdita subita, lo scontro finale con lo spietato quanto sarcastico villain e i personaggi principali non godono di nessun approfondimento.  L’aggettivo fittizio, però, è qui del tutto giustificato in quanto in verità Drive è sì una pellicola che propone personaggi archetipici e fasi narrative rintracciabili in tanti altri prodotti mediali, ma lo fa con un linguaggio cinematografico originale soprattutto grazie ad un uso sapiente quanto unico del ritmo e del sonoro.

Ryan Gosling (Driver)
Ryan Gosling (Driver)

Il dinamismo delle riprese quanto i ralenti sono funzionali a definire l’emotività del protagonista della pellicola. Il tratto più interessante di questo personaggio è il contrasto della sua doppia personalità, che lo porta ad essere un quieto ragazzo disposto a sporcarsi le mani in officina con un lavoro umile quanto lo avvicina ad atteggiamenti da psicopatico nei momenti in cui non riesce a padroneggiare la rabbia e la furia nervosa. Emblematica, in questi termini, la scena nell’ascensore in cui viene mostrato dapprima in un ralenti il bacio del giovane ad Irene per poi procedere in una dinamica escalation di violenza quando il nostro assalta lo scagnozzo in agguato nella medesima cabina.

Sulle note della meravigliosa colonna sonora curata da Cliff Martinez, la migliore mai sentita negli ultimi anni, tra cui spiccano pezzi quali Nightcall di Kavinsky, Under Your Spell di Desire e la commovente Oh My Love del compianto Riz Ortolani cantata da Katyna Ranieri, si sviluppa così il profilo di un antieroe metropolitano, un oscuro giustiziere che stringe i pugni per tenere a bada l’ira, ma con un’anima nobile che non gli nega di lottare per ciò che crede giusto, con a mo’ di sfondo uno scenario anni ’80 decantato anche dalle scelte grafiche adottate nei titoli di testa.

Nel principio, osservando il trailer di Drive, si ha l’impressione di sostare dinanzi i fotogrammi dell’ennesimo action movie di matrice hollywoodiana con l’ambizione di replicare il successo del pionieristico Fast & Furious. Questo inganno in termini di montaggio è, secondo il parere di chi scrive, l’unico aspetto negativo di quest’opera, costato, peraltro, la reazione negativa di una fetta di pubblico che si aspettava un film diverso, più in linea con la logica da blockbuster con la combo evergreen bulli e pupe.

Fortunatamente, Drive ha tutte le potenzialità per affermarsi come un cult d’autore e non finire nel baratro dell’oblio.

★★★★★

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Pubblicato da Viviana de Lillo

Stanziata nella natale Torino dalla prima apparizione su tale piano di esistenza, registrata il 06 settembre 1986, trascorre 3/4 di vita seduta su una poltroncina rossa davanti ad un grande schermo immerso nel buio. Il restante quarto l'ha investito in fumetti, serie tv e cartacce semiotiche. Su queste ultime, a proposito, nutre ancora dei dubbi, ma questa è un'altra storia.