It, recensione dell’attesissimo horror di Andy Muschietti in cui la paura prende forma

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Genere: Fantastico, orrore, thriller Regia: Andy Muschietti Cast: Bill Skarsgård, Jaeden Lieberher, Finn Wolfhard, Jeremy Ray Taylor, Sophia Lillis, Jack Dylan Grazer, Wyatt Oleff, Chosen Jacobs, Nicholas Hamilton Anno: 2017

itLa paura prende forma e assume le sembianze di un clown ballerino e famelico. Un essere spaventoso che si nutre dei timori delle sue vittime per stordirle e terrorizzarle, nutrendosi di tale tremore per vivere e continuare a cacciare. Un incubo tanto antico che si ripresenta ogni ventisette anni per impaurire indifesi cittadini lasciati soli e agonizzanti; quella cosa, il pagliaccio, It, che torna a popolare l’immaginario horror di un trepidante pubblico nella nuova versione cinematografica diretta dal regista argentino Andy Muschietti.

Nell’apparentemente tranquilla località di Derry, efferati crimini coinvolgono bambini e giovanissimi ragazzi improvvisamente scomparsi nel nulla. Anche il balbuziente Bill (Jaeden Lieberher) subisce una grave perdita legata ai misteriosi casi di bambini non più ritrovati, nella quale è rimasto coinvolto il suo fratellino più piccolo Georgie (Jackson Robert Scott). Una strana forza divoratrice e inumana sembra avvolgere Derry e la Banda dei Perdenti di cui Bill fa parte, un gruppo di sette ragazzini decisi a confrontarsi con il male che scivola per le vie dei loro quartieri, affrontando in questo modo le loro più grandi paure nascoste sotto la maschera truccata di un atroce pagliaccio.

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Un’estate che non sarà più come le altre. Un’innocenza che la Banda dei Perdenti perderà con la scoperta del maligno, il quale muto, ma incessante si cela fuori per le strade isolate di una città segnata dall’orrore. Un coming-of-age che ricorda da vicino quei ragazzi degli anni Ottanta che tanto hanno accompagnato generazioni di spettatori nelle loro differenti eppur sempre coinvolgenti avventure, le quali non sono mai state così oscure e letali come nel nuovo attesissimo adattamento per il grande schermo del classico dello scrittore americano Stephen King. It è la gustosa paura di un mostro sconosciuto che si diverte a giocare, manipolare, storpiare le menti delle persone; lo strabico sguardo di un pagliaccio assassino capace di far urlare personaggi e spettatori, il quale fisso li osserva in un ottimo horror ben strutturato, che alterna le dimensioni pre-adolescenziale e quella del macabro per farle poi congiungere con considerevole perizia.

Scegliendo di non avvicendare momenti del passato con quelli del presente, ma costruendo una sceneggiatura tutta incentrata sull’età infantile per poi sviluppare la parte del racconto adulto in un secondo capitolo, il film di Andy Muschietti fonde la forza di uno script solido e ricolmo di istanti di puro panico alla validità tecnica della pellicola, l’abilità nel comporre inquadrature sfruttando al massimo la conoscenza del mezzo cinematografico. E non solo una visibile destrezza, anche intuizioni artistiche congeniali, come quei primi piani del clown Pennywise al quale viene creato intorno un impercettibile effetto di galleggiamento.

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Perché tutto galleggia nel film It, galleggia la paura, galleggia l’esistenza dei giovanissimi protagonisti, galleggia il pubblico in balia di un horror che non trascura però l’età dei suoi Perdenti, spezzando dunque con piccoli momenti di comicità – tutta tipicamente puerile – la tensione della storia, che risulta compiutamente mantenuta. Anche l’effetto déjà vu (causato dal massiccio revival delle atmosfere anni Ottanta che sembra aver invaso l’intrattenimento odierno portando il film ad essere legato a quella serie di fenomeni come il popolare Stranger Things) viene assolto grazie all’esemplare realizzazione della pellicola, al quale contribuisce l’incredibile prova attoriale dei piccoli attori, veri interpreti e altro punto di notevolissima forza del film. Anche Bill Skarsgård non sfigura nel confronto con il suo predecessore Tim Curry, protagonista nella mini-serie It- Il pagliaccio assassino, incatenando chiunque incroci i suoi agghiaccianti occhi ad uno spaventoso attimo di reale angoscia.

Andy Muschietti con il suo It riesce nell’impresa di onorare un libro tanto amato offrendone una trasposizione più che convincente e che si completerà con l’arrivo del seguente e ultimo – nonché già bramato – capitolo. Un horror che sfrutta ogni mezzo a disposizione per impressionare lo spettatore sotto più angolazioni, dall’utilizzo di un montaggio sonoro egregiamente trattato al racconto lineare del film che in questo modo offre la possibilità di mandare avanti la storia in un continuo crescendo di temuta adrenalina. Palloncini colorati che aspettano solo di venir scoppiati, un pagliaccio che verrà ad abitare nei peggiori incubi, soprattutto quelli ad occhi aperti.

★★★1/2

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