View Conference, a Torino i grandi nomi della computer grafica

Condividi:

Si è conclusa, anche quest’anno con grande successo, la diciottesima edizione della View Conference di Torino, evento imprescindibile per tutti gli appassionati di computer grafica. Il programma, variegato come al solito, è stato ricco di incontri con gli esperti del settore, a cui vanno ad aggiungersi workshop e masterclass. Ma non solo, perché View Conference è anche View Fest, un festival che ha avuto luogo al Cinema Massimo di Torino dal 20 al 22 ottobre. Tra i film proiettati gratuitamente anche Loving Vincent (2017) di Dorota Kobiela e Hugh Welchman, il primo lungometraggio animato realizzato interamente con fotogrammi dipinti a olio, Premio del Pubblico all’ultimo Festival d’Annecy. Dopo la visione gli artisti Biserka Petrovic e Adam Maciejewski e il produttore Steve Muench hanno raccontato di come 125 pittori sono stati selezionati per dipingere migliaia di immagini nello stile della meravigliosa arte di Vincent van Gogh, con la tecnica del Painting Animation Work Station.

Di seguito il resoconto di alcuni talk della View Conference che ho seguito per Cinecaverna.

John Nelson, Overall VFX Supervisor vincitore di un Academy Award per i Migliori effetti visivi (2001) de Il gladiatore (Gladiator, 2000) di Ridley Scott, ha parlato del suo lavoro in Blade Runner 2049 (Denis Villeneuve, 2017). Ci sono voluti due anni per programmare e filmare 1190 effetti visivi, la cui durata complessiva è di un’ora e quarantotto minuti: “The overall plan was to build enough set so things close to camera and the actors were real. We strove to shoot as much as possible for realism and use that as a base.” Nelson ha spiegato che si è tentato di utilizzare con moderazione le animazioni digitali perché il film sembrasse quasi analogico e richiamasse alla memoria il primo Blade Runner (1982) di Ridley Scott. Tra i luoghi delle riprese: la Spagna per gli specchi solari, immagini alle quali è stata poi tolta la luce diretta e aggiunta la nebbia; l’Islanda per la fattoria di Sapper Morton; le favelas di Mexico City riprese dall’elicottero nel periodo più nebbioso, a cui sono state tolte le automobili dalle strade e gli alberi, in combinazione con miniature e immagini generate al computer, per ricreare Los Angeles; il cimitero delle navi in Bangladesh per la discarica e una fonderia in Unione Sovietica per l’orfanotrofio. John Nelson ha anche raccontato di come mescolare le diverse tecniche è stato un ottimo modo per dare valore e diversità a ogni scena. Per le sequenze girate all’interno dell’edificio di Niander Wallace, il direttore della fotografia Roger Deakins ha ricreato una luce solare artificiale uguale a quella reale.

Successivamente c’è stato un panel dedicato al futuro dello storytelling, al quale hanno partecipato John Nelson, Eric Darnell, Chief Creative Director dei Baobab Studios e regista di Madagascar (2005), Vicki Dobbs Beck, Executive in Charge all’ILMxLab, Mark Osborne, regista di Kung Fu Panda (2008) e Il piccolo principe (Le Petit Prince, 2015), Kris Pearn, regista di Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi (Cloudy with a Chance of Meatballs 2, 2013) e The Willoughbys (in lavorazione) e Rob Pardo, Game Designer di World of Warcraft. Il racconto delle storie è necessario per una società perché l’uomo ha bisogno di metafore e lo storytelling muove le culture, non è solo intrattenimento. Molti si sono trovati d’accordo sul fatto che le storie sono un modo per renderci umani, ci aiutano a capire noi stessi e a spiegare il mondo. Quindi è importante tenersi al corrente e riflettere su quello che ci sta intorno, avere interesse per l’ignoto. Altrettanto  importante è che la storia ci tocchi l’anima, che ci sia qualcosa in gioco, una lotta in cui ci si possa identificare. L’avvento della tecnologia obbliga ad adeguarsi, ma se la storia è buona non importa il mezzo con la quale viene raccontata.

Hal Hickel, Animation Supervisor della Industrial Light & Magic, ha spiegato la realizzazione di droidi, creature e navi spaziali del film Rogue One: A Star Wars Story (2016) di Gareth Edwards, ma solo dopo aver chiesto scusa per la creazione di Jar Jar Binks. Hickel ha vinto Bafta e Oscar per gli effetti visivi di Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest, 2006) di Gore Verbinski. Per realizzare gli effetti visivi di Rogue One ci sono voluti tre anni, 1697 riprese e il coinvolgimento di 800 artisti. K2SO, interpretato da Alan Tudyk, grazie alla motion capture risulta molto più espressivo rispetto ai droidi dei film precedenti e ha un design più elegante. Una scena che ha richiesto particolare attenzione è quella in cui è stato ricreato Peter Cushing nel ruolo del Governatore Wilhuff Tarkin, capo delle Regioni Imperiali e comandante della Morte Nera, realizzata anche grazie a Medusa, un innovativo scanner di espressione facciale ad alta risoluzione.

Giovedì è stata la volta di Leslie Iwerks, apprezzata documentarista nipote del leggendario Ub Iwerks, colui che contribuì alla creazione di Topolino. Dal 1999 a oggi la Iwerks ha diretto 15 documentari tra cui The Hand Behind the Mouse: The Ub Iwerks Story (1999), Recycled Life (2006), The Pixar Story (2007), Industrial Light & Magic: Creating the Impossible (2010), The Imagineering Story (2017). Grazie a Recycled Life, film che racconta la vita di intere famiglie nelle discariche del Guatemala, sono stati raccolti tre milioni di dollari per costruire delle scuole nella zona. Industrial Light & Magic: Creating the Impossible ci mostra invece i pionieri degli effetti speciali, persone che lavorano duramente per creare degli effetti visivi talmente realistici e ben integrati nelle riprese che il pubblico li dà ormai per scontati. The Imagineering Story, la cui uscita è prevista il 12 novembre 2017, ci porta dietro le quinte dei successi passati, presenti e futuri del personale Imagineering nei numerosi parchi tematici Disney. Walt Disney può essere considerato un pioniere della motion capture, come si evince da un filmato del 1964 in cui un animatronic si muove seguendo i movimenti dei sensori applicati ad una persona.

Successivamente Dave Rosenbaum e Warren Franklin, rispettivamente Chief Creative Officer e Executive producer dei Cinesite Studios, hanno raccontato in maniera divertente e coinvolgente la politica del loro studio e i progetti in cantiere, tra cui l’annuncio di The Addams Family. I Cinesite Studios si sono occupati degli effetti visivi di tutti i film di Harry Potter e hanno ottenuto una nomination agli Oscar per i Migliori effetti speciali con District 9 (2009) di Neill Blomkamp. Durante la presentazione hanno fatto vedere un VFX reel con scene di vari film e serie TV a cui hanno lavorato, il trailer del loro ultimo film d’animazione, The Star di Timothy Reckart, in uscita il 17 novembre, un video all’interno degli studi. E poi gli storyboard trailer di due progetti ancora in fase di realizzazione, mostrati alla View Conference di Torino per la prima volta: Riverdance e Harold Lloyd, entrambi molto suggestivi. Per non sembrare la “copia povera” della Pixar hanno deciso di essere specifici e di non investire in progetti che possono essere fatti meglio da altri studi, puntando inoltre su un buon marketing che si sviluppi prima dell’uscita dei film e che cerchi di attirare quella fascia di pubblico meno interessata ai film d’animazione. Ad esempio, per il film Minions (2015) di Pierre Coffin e Kyle Balda furono commercializzati dei vestiti da donna in stile, come le scarpe indossate da Sandra Bullock alla premiere, con un aumento di incassi del 25% (circa 250 milioni di dollari in più).

Condividi:

Pubblicato da Virgilia Bertolotto

Nasce a Torino nel 1987. Appassionata da sempre di cinema e, in particolare, di cinema d’animazione, nel 2011 consegue la laurea magistrale in "Discipline cinematografiche - Storia, teoria e patrimonio." Nel luglio 2014 Vincenzo Grasso Editore pubblica il suo saggio "Dal pixel alla Pixar". Nel tempo libero gestisce tre pagine (Mads Mikkelsen Italia, William Holden Tribute e Jack Huston Italia) e un piccolo blog (The Happiest Small Things) su Facebook. Gli altri suoi interessi sono la lettura, la fotografia e l’arte.