31, la recensione dell’horror di Rob Zombie

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(31) Genere: Horror / Splatter Regia: Rob Zombie Cast: Sheri Moon Zombie, Jeff Daniel Phillips, Meg Foster, Malcolm McDowell, Richard Brake, Kevin Jackson Durata: 102 min Anno: 2016

31, rob zombie

31 è un film del 2016 diretto dal sanguinario Rob Zombie (La casa dei 1000 corpi, Le streghe di Salem) con protagonista Sheri Moon Zombie (Halloween, Grindhouse), compagna di Rob nella vita e nei set dei suoi film. Oltre alla bellissima Sheri nel cast troviamo nel cast Jeff Daniel Phillips (Halloween II, Identità sospette, Scherzi della natura), Richard Brake (Ritorno a Cold Mountain, Hannibal lecter – le origini del male, Come l’acqua per gli elefanti), Meg Foster (La foresta di smeraldo, Leviathan, Jeepers Creepers 3) e l’instancabile Malcolm McDowell (Arancia meccanica, Evilenko, La morte avrà i suoi occhi).

È la notte del 31 ottobre 1976. Un gruppo di giostrai ambulanti viene rapito nelle lande desolate del Texas. I rapitori sono dei potenti e ricchi signori, membri di un’associazione, che coinvolgono i malcapitati in un gioco di terrore, morte e sopravvivenza.

Rob Zombie torna a far parlare di sé con 31, un horror a tratti splatter con una trama semplice e decisa che ci lascia un po’ spiazzati. La cornice invece è ottima. Desta meraviglia la spettacolare cura della fotografia e della scenografia. L’uso dei dettagli e di particolari è minuziosamente progettato e si denota in tutta la pellicola. Tornano a gran voce elementi ricorrenti nei film del regista, primo tra tutti il circo, la sua simbologia e le sue idee non molto convenzionali.

Zombie riesce a scatenare tutta la sua fantasia sui personaggi che crea. Li rende unici e “cattivi” in un modo che solo Rob riesce a delineare. 31 ci catapulta negli anni ’70, con un plot che vede un gruppo di giovani hippie giostrai, capitanati dalla bellissima e accattivante Sheri Moon e li fa arrivare in un’enorme fabbrica abbandonata, denominata “The Murder World”. Qui troviamo un – quasi – irriconoscibile Malcolm McDowell che, vestito e truccato da Dama di fine 800, darà inizio ad un vero e proprio massacro.

Un horror tutto vintage e sangue. 31 guarda con occhio nostalgico “al passato”, già dalle prime scene in SUPER 8. Scelta molto riuscita, che “sporca” l’obiettivo e fa tornare alla mente Non aprite quella porta di Tobe Hooper. 31 è stato realizzato completamente grazie alla piattaforma del Crowdfunding, il che sottolinea quanto l’industria cinematografica negli ultimi anni sia in declino. Non ci sono più gli sponsor, e le case di produzione vanno con i piedi di piombo quando si tratta di “progetti a rischio” come possono essere i film di Zombie (basti pensare al flop cinematografico delle Streghe di Salem, il film più visionario e disturbante di Rob secondo chi scrive).

Grazie alle molte donazioni (anche da parte dei fans), realizzare la pellicola è stato facile. I soldi raccolti sono riusciti a coprire tutte le spese di montaggio, della musica e delle rifiniture al progetto (Fonte: Midnight Factory). Lo strumento del Crowdfunding è sicuramente un’alternativa valente all’industria dei giorni nostri. Industria che spappola progetti, taglia in maniera sconsiderata (soprattutto nel genere horror – splatter) la sceneggiatura e non lascia i registi liberi di esprimersi. Cosa che, invece, ha fatto Rob in questo suo ultimo lungometraggio, lasciando da parte il buon senso, restando solo e unicamente se stesso. Così facendo riesce ad essere un regista psichedelico senza peli sulla lingua. Creando delle discussioni scottanti, toccando temi come la religione cristiana, il nazismo e l’universo di violenza che lo circonda.

31 riesce ad arrivare sul grande schermo e, come succede spesso, spacca la critica in due. Zombie è riuscito nell’intento di creare personaggi malvagi che catturino il pubblico. Situazione già vista con il personaggio di Captain Spaulding. Questa volta tocca a Doom Head, interpretato da Richard Brake che lo ha reso un personaggio angosciante, spietato ed estremo. Grazie al suo tocco personale Zombie crea delle vere e proprie opere d’arte su pellicola, amalgamando alla perfezione i personaggi con lo scenario che racconta. Il tutto è sostenuto da una colonna sonora che riprende grandi classici della musica mai dimenticati, come per esempio Dream On degli Areosmith.

31 non è un film per tutti. Gli amanti del genere apprezzeranno i dettagli e i ricordi al cinema del passato che fanno ancora battere il cuore. Sicuramente in un’industria dove negli ultimi tempi gareggiano remake su remake senza trama e occhio all’originalità, questo film è una perla per gli occhi. Lascia un filo di speranza per il cinema di genere del futuro.

★★★★

 

 

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